La dipendenza dallo smartphone coinvolge tutta la famiglia
Negli ultimi dieci anni, la società ha assistito a enormi cambiamenti nel modo in cui i media e la tecnologia si intersecano con il modo in cui lavoriamo e viviamo.
I dispositivi sono più mobili, funzionali, sempre presenti e apparentemente indispensabili.
Ma quali sono le conseguenze di uno stile di vita “sempre connesso“, soprattutto per i nostri figli?
Una ricerca di Common Sense Media (reperibile qui) esamina gli ultimi risultati scientifici sull’uso dei media, riferendo sulla sua pervasività ed i possibili impatti sul benessere e lo sviluppo dei giovani, ottenendo alcuni risultati sorprendenti e sollevando molte domande.
Common Sense jha intervistato oltre 1.200 genitori e ragazzi americani per scoprire come la saturazione di dispositivi mobili nella vita familiare stia compromettendo le relazioni genitori-figli.
Metà degli adolescenti ammette di sentirsi dipendente dal proprio cellulare. Ma secondo il sondaggio della Common Sense media anche i genitori non sono da meno . Come dice un vecchio proverbio la mela non cade mai lontano dall’albero e le situazioni di figli particolarmente dipendenti dallo smartphone sono numerose dove anche i genitori hanno sempre il cellulare in mano.
Secondo l’indagine circa l’80% dei teenager afferma di guardare il proprio telefono ogni ora e il 72% ha la necessità di rispondere subito ai messaggi che riceve. Ma non solo gli adolescenti sono colpiti da questa “dipendenza”: per quanto riguarda i genitori, nonostante il 36% riferisca di discutere ogni giorno con i figli per l’eccessivo utilizzo del cellulare, il 27% di loro afferma di non poter fare a meno del proprio smartphone e il 69% sostiene di aver bisogno di controllare lo smartphone almeno una volta all’ora.
L’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ha aggiunto una categoria dei disturbi del comportamento di dipendenza che comprende sia il gioco d’azzardo che il gioco online. Non sono cos’ diverse queste dipendenze e si invita a non sottovalutare le ore che i propri figli passano online, su giochi e social.
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