La lieta notizia
Quando si aspetta un bambino, dopo un periodo di inspiegabile segretezza da agenti CIA, arriva il momento di dare la lieta notizia a famiglia e conoscenti.
Si stila quasi una classifica a doppio turno con recupero degli esclusi per essere certi di annunciare il lieto evento a tutti e nel giusto ordine.
Prima i parenti più stretti ovviamente, genitori e fratelli e sorelle. Ma o si danno le notizie contemporaneamente o si deve stare attenti ad informare prima il meno chiaccherone e lasciare per ultimo chi si attaccherebbe subito al telefono, anticipando noi per l’annuncio del figlio in arrivo e guastandoci un po’ l’emozione di vedere l’emozione degli altri e facendoci richiare una brutta figura con chi pensa di non essere stato informato con il giusto grado di importanza.
Seguono in ordine sparso gli amici di tutte le sere e le zie da solo Natale e Pasqua.
Poi basta perchè la notizia non si sa come si sparge da sola.
Se in famiglia c’è già un bambino le cose si complicano . Sarà certamente uno dei primi a saperlo, ma sarà la persona a cui è più difficile e delicato spiegarlo.
Prima di tutto si deve tastare il terreno per vedere cosa ne pensa di una futura condivisione di genitori e cameretta.
Poi volontariamente o subdolamente portato a pensare che un fratellino od una sorellina è proprio quello che ci vuole si può ipotizzare che arriverà presto, quasi certamente salvo imprevisti che possono capitare e su cui si sorvola perchè difficili da capire e troppo tristi da valutare.
Una volta a conoscenza del nuovo arrivo il lavoro non è terminato perchè durante la gravidanza di nove mesi che per tutti ma specialmente per lui sarà lunghissima, dovrà crescere il neonato ma anche il ruolo del fratello maggiore.
Informato e responsabilizzato sul suo ruolo il primogenito dovrà accogliere la neonata con gioia e già calato nel personaggio, pronto a sollevare i genitori da quei piccoli vizi che finora gli erano concessi e a diventare da un giorno all’altro più grande.
A noi è andata bene, il primogenito era pronto all’evento, non si sa bene se per merito del lungo colloquio con i genitori o per una maturità del bimbo che non gli riconoscevamo.
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